La RAI ha recentemente lanciato un format/contenitore pubblicitario inopinatamente chiamato Carosello Reloaded. Dico inopinatamente perché Carosello è stato un programma che ha fatto la storia del costume italiano e perché il nuovo contenitore di “reloaded” pare avere davvero poco, vista la qualità degli spot trasmessi (trattasi di riciclo di spot già on air da tempo…), almeno in occasione della prima puntata.
Partendo da questo stato d’animo mi piace ripercorrere brevemente la storia del primo Carosello: sarà così facile capire quanti e quali siano le differenze rispetto alla recente versione…
GLI ESORDI DI CAROSELLO
Carosello nasce il 3 febbraio 1957 alle 20.50. Ogni scenetta doveva essere approvata da una speciale commissione della Sacis (sentite odore di censura?), dovevano tutte essere in bianco e nero e in 35 millimetri.
I limiti pubblicitari imponevano che su due minuti e quindici secondi di ogni Carosello, la reclame del prodotto durasse al massimo 35 SECONDI: il famoso “codino”, che faceva impazzire i pubblicitari che cercavano di fondere armoniosamente scenetta e richiamo pubblicitario rispettando i vincoli di una censura che vietava di usare una certa terminologia e imponeva un numero massimo di citazioni del nome del prodotto anche nel codino. Alcuni esempi di “censura”? Si poteva dire “aquila” o “piccione”, ma non “uccello” o “passera”; non si poteva utilizzare la parola “intestino” né “il buon sapore della natura”…
Ma perché Carosello fu strutturato così (scenetta + reclame)? Il vero motivo è che la RAI godeva già del canone e temeva critiche per la scelta di fare anche pubblicità; inoltre temeva la lobby degli editori della carta stampata (preoccupati della potenziale concorrenza della pubblicità televisiva). Il Carosello, con spot mascherati da intrattenimento, fu, bisogna ammetterlo, una tipica soluzione all’italiana…
Quando i primi quattro episodi di Carosello andarono in onda, gli abbonati alla televisione erano 3.666.161.
Il titolo del programma rievocava un celebre film musicale da poco uscito (“Carosello napoletano”), il teatrino era costruito sul modello di quelli napoletani. La musica di Raffaele Gervasio riadattava una vecchia melodia popolare napoletana di autore sconosciuto- I pagliacci- a cui si aggiunsero un rullo di tamburi e una bella tarantella.
I NUMERI DI CAROSELLO
Carosello divenne il breve il programma più seguito della RAI. Nel 1961 l’ascolto di Carosello, nonostante la nascita di altri programmi di intrattenimento, era arrivato a quasi otto milioni di spettatori.
Col passare degli anni e l’aumento degli inserzionisti pubblicitari Carosello diventò sempre più corto: nel 1974 ogni scenetta durava un minuto e quaranta secondi mentre il costo per realizzarlo si aggirava dai 3 ai 5 milioni di lire.
Il primo gennaio 1976 andò in onda l’ultimo Carosello: una Raffaella Carrà commossa recitava l’addio al programma brindando con lo Stock e ringraziando tutti quelli che vi avevano lavorato.
Gli ultimi ascolti di Carosello parlavano di 19 milioni di italiani, fra cui 9 milioni di bambini.
Ufficialmente, la decisione di sospendere il programma fu della Commissione parlamentare di vigilanza della Rai, che tendeva a ridurre la pubblicità ai vari prodotti nelle ore di maggior ascolto.
Complessivamente in 19 anni furono trasmesse oltre 42 mila scenette!
I PERSONAGGI DI CAROSELLO
Durante i vent’anni in cui é andato in onda, Carosello coinvolse tutto il mondo del cinema e dello spettacolo italiano, nel ruolo di attori-testimonial: da Giorgio Albertazzi ad Alberto Lionello e Pippo Franco, da Nino Besozzi a Gianfranco D’Angelo, da Mario Soldati a Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. Ma come non ricordare Aldo Fabrizi, Totò, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi…
Ma ci furono anche i registi Leone Pompucci e Carlo Verdone e attori ancora bambini come Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Renzo Arbore, Alba Parietti.
Non va dimenticata la grande produzione di cartoni animati che caratterizzò Carosello.
I primi furono del 1958: Angelino per il detersivo Supertrim e l’Omino coi baffi per la caffettiera Bialetti, entrambi creazioni di Paul Campani.
L’anno seguente fu la volta del Vigile e il Foresto per il brodo Lombardi e Ulisse e l’Ombra per il caffé Hag, ideati da Roberto e Gino Gavioli.
Nei primi anni ’60, Svanitella Svanité fece dire a tutti “Come se niente fudesse”.
Poi arrivarono Unca Dunca, di Bozzetto, Olivella e Mariarosa (olio Bertolli, 1962 -75), Capitan Trinchetto e, nel 1970, I Cavalieri della Tavola Rotonda, inventati da Marco Biassoni.
Contemporaneamente, nascevano in Carosello i pupazzi animati.
Cominciò TOPO GIGIO, che esordì in pubblicità nel 1961 per i biscotti Pavesini.
Il 1965 fu l’anno di CARMENCITA e il CABALLERO, pupazzi creati da Armando Testa per il caffé Lavazza e che riproponevano l’uso di accenti torinesi e meridionali per la parlata dei personaggi.
Poi arrivò il pulcino CALIMERO, creato dai fratelli Pagot per il detersivo della Mira Lanza e ancora l’ippopotamo PIPPO, JO CONDOR, il GIGANTE BUONO e molti altri…
CAROSELLO FU EFFICACE?
Carosello costituì certamente un importantissimo fenomeno di costume della società italiana, alle prese col boom economico e il cambiamento di stili di vita e di consumo, e che forse non è ancora stato studiato in modo appropriato.
Ma Carosello fu efficace come strumento pubblicitario? Bisogna dire che troppi badarono allo spettacolo e poco al messaggio pubblicitario- accade anche oggi…- per cui molte marche non ne trassero alcun beneficio. Di fatti se ci pensiamo ci ricordiamo tutti (o quasi) del Gigante Amico ma chi si ricorda a quale prodotto era associato? Ma per tornare al quesito possiamo dire in estrema sintesi che la sua efficacia fu per molti anni correlata al fatto che la pubblicità televisiva per molti anni fu possibile solo all’interno del famoso contenitore e che l’ascolto (in regime di monopolio) era da Guinness dei Primati. Ma spesso gli spot non furono utili per affermare la marca o supportare le vendite: ad esempio è opinione diffusa che CALIMERO diede uno scarsissimo contributo a Mira Lanza, le cui vendite erano invece legate solo alle promozioni nei punti vendita (sconti) e alla RACCOLTA DI FIGURINE…
Carosello determinò però l’imprinting degli Italiani alla pubblicità televisiva e quindi, al di là delle (oramai sterili) valutazioni sulla sua reale efficacia, rimarrà indelebilmente nella nostra memoria, soprattutto in questi ultimi anni dove vediamo dilagare pubblicità di scarsa qualità e dopo averne vista questa indecifrabile riproposizione…
@danielecazzani