Che vi sia un’abbondanza di offerta in tv (e sul web) sul tema “chef & cucina” (spesso di scarsa o nulla qualità) ritengo sia un’evidenza difficile da negare- addirittura i pubblicitari sono arrivati a pensare che uno chef possa vendere auto, patatine, pentole e via dicendo- ma vi è chi addirittura “incolpa” gli chef di essere causa della chiusura di tanti pubblici esercizi, poiché- questa è la sentenza- la diffusione della cultura della buona cucina avrebbe indotto tanti di noi a cucinare da sé anziché uscire per andare a cenare al ristorante.
In realtà i dati dimostrano che nel corso degli ultimi anni da un lato la curva dei costi dei pubblici esercizi (mi riferisco in particolar modo alla ristorazione) ha avuto ritmi più sostenuti rispetto a quelli dell’inflazione (e del livello delle retribuzioni) rendendo sempre più “elitaria” la cena fuori casa, ma senza che tale upgrade si accompagnasse a un reale miglioramento del prodotto; dall’altro lato dobbiamo avere l’onestà di ammettere che l’evoluzione dei format è spesso stata minima (di facciata) così da continuare ad offrire al consumatore un prodotto-servizio sempre più standardizzato…
Se poi pensassimo anche solo alla pausa pranzo e annotassimo come sempre più lavoratori abbiano deciso di destre in ufficio, capiremmo subito che un panino (o poco di più) consumato alla scrivania non è certamente una scelt dettata da una maggiore consapevolezza del valore della cucina, quanto- ahi noi- solo l’ennesimo sintomo di una crisi che ha aggredito i nostri portafogli, portandoci a limare tutte le spese non necessarie…
Tornando all’argomento principale, negli ultimi anni, si sta riscoprendo il valore (culturale, storico e di socializzazione) del Cibo e con esso l’importanza delle materie prime (che costituiscono uno degli atout più forti della nostra tradizione gastronomica italiana); la sfida ora è non far sembrare questo percorso riservato ancora una volta a una “elite” ma essere in grado di diffondere (in logica retail) questi contenuti a più ampio pubblico possibile (qui potremmo aprire il capitolo della in-capacità di creare format italiani esportabili nel mondo). La sfida non è certamente facile, ma dopo tutto anche la Cucina nasce da un mix attento di più ingredienti, dal mestiere e da una decisa ma paziente strategia (tempi di cottura ecc). Sono certo che gli ingredienti ci siano, ma ora è compito dei manager del settore mettersi ai fornelli, evitando di incolpare chef, tv e crisi per le deboli perfomance dei propri locali…
@danielecazzani